Cos’è il vamping e quali sono i rischi per i giovani
C’è un fenomeno nato negli Stati Uniti, che si è diffuso ormai da anni anche in Italia, che si chiama vamping. Non preoccupatevi, i vostri figli non stanno diventando vampiri, almeno non nel senso letterale del termine. Ma allora cos’è il vamping? Possiamo tradurlo con “vampireggiare” e indica l’abitudine di giovani e adolescenti a stare svegli fino all’alba per navigare su Internet, chattare o interagire sui social network.
Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, da un sondaggio è emerso che almeno 6 adolescenti su 10 hanno confessato che restano svegli fino all’alba per giocare, chattare con gli amici o navigare sui social network. Perché i ragazzi lo fanno? Quali sono le conseguenze? E cosa possono fare i genitori per contrastare questo fenomeno? Domande alle quali rispondiamo nei successivi paragrafi.
Cos’è il vamping e perché i giovani lo “praticano”?
Adolescenti e giovani “praticano” il vamping per sentirsi parte di una sorta di cybercomunità notturna dove ritrovarsi, dandosi veri e propri appuntamenti virtuali. Il fenomeno è talmente diffuso che sui social si è diffuso l’hashtag #vamping, per consentire ai “vampiri” digitali di riconoscersi e interagire tra di loro.
Ma perché lo fanno? I motivi sono tra i più disparati. Alcuni ragazzi, magari poco popolari tra i coetanei, cercano la loro approvazione facendosi notare sui social la notte. Altri lo fanno semplicemente per ribellione, una parola che spesso cammina di pari passo con adolescenza.
E poi ci sono altri ragazzi che navigano di notte senza un reale motivo, magari per noia o semplicemente per socializzare con altri coetanei che magari non rientrano nella propria cerchia di amici. Non sono rari i casi in cui si stringono amicizie virtuali nel mondo online.
Quali sono i rischi e le conseguenze del vamping?
Naturalmente stare svegli tutta la notte non fa certo bene ai giovani e adolescenti, che si trovano ad affrontare una nuova giornata svuotati di ogni energia. Il sonno perso la notte infatti non si recupera mai, neanche dormendo fino a mattina inoltrata o facendo un sonnellino pomeridiano.
Il vamping, se protratto nel tempo, può provocare seri disordini nei ritmi sonno-veglia, determinando conseguenze gravi come irritabilità, stanchezza, calo dell’attenzione e del rendimento scolastico e scarsa lucidità. Nei casi più gravi una situazione del genere può provocare addirittura ansia e depressione.
Cosa possono fare i genitori?
Insomma il vamping è un fenomeno che non può certo essere ignorato e che deve essere affrontato con una certa fermezza.
La cosa migliore sarebbe educare i figli sin da piccoli ad un utilizzo moderato e regolamentato della tecnologia, dando regole da rispettare che abbiano la funzione di regolare e contenere il comportamento dei ragazzi, come ad esempio le modalità e i tempi di fruizione dei dispositivi mobile. Se i ragazzi imparano sin da bambini che la notte non devono usare smartphone e tablet, non lo faranno neanche una volta diventati adolescenti.
Per evitare questi fenomeni di isolamento, è bene dare ai ragazzi lo spazio necessario ad una buona socializzazione. In sintesi bisogna dare modo e tempo ai propri figli di passare del tempo con gli amici, senza controllarli costantemente.
È fondamentale essere presenti nella vita dei figli e porsi come punto riferimento al quale rivolgersi se loro dovessero averne bisogno. Infine da ricordare che è importante la quantità del tempo trascorso con i figli, ma anche la qualità.
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